Le sole zanne pesavano 54 chili

Il 5 giugno si celebra la Giornata Mondiale Ambientale 2016 contro il traffico illecito degli animali, vale a dire il bracconaggio. Ad oggi sono 8 le specie in natura a rischio estinzione: l’orango, la tigre, il rinoceronte, l’elefante, la tartaruga marina, il rinoceronte, il pangolino, il bucero dall’elmo e, tra le piante, il palissandro. Queste sono sono alcune, ma ci sono circa 7mila specie a rischio estinzione in tutto il mondo.

L’allarme del WWF

Il grido di allarme viene lanciato dal WWF: “Ben 7mila specie sono oggetto di crimini. Ogni anno in Africa vengono cacciati illegalmente più di 30.000 elefanti; la Tanzania e il Mozambico hanno perso in soli 5 anni tra il 50 e il 60% di questi straordinari pachidermi”. Rincara la dose l’Onu, che fa sentire la sua voce tramite le parole del segretario generale Ban Ki-moon: “Il commercio illegale è un grave motivo di allarme per migliaia di specie selvatiche spinte sempre più vicino all’estinzione. Reati perpetrati per un guadagno a breve termine, a scapito di benefici collettivi a lungo termine per i cittadini del mondo e gli habitat naturali”.

L’avorio, l’oro bianco maledetto

L’elefante ed il rinoceronte sono tra le specie più cacciate per le zanne ed il corno di avorio, vero e proprio oro bianco dei bracconieri che lo rivendono a prezzo d’oro. Benché USA e Cina nello scorso settembre si sono impegnate nella lotta contro tale mercato istituendo delle limitazioni, il Sudafrica ha legalizzato nuovamente il traffico interno degli oggetti ricavati dal corno del rinoceronte.