Dopo le turbolenze di dicembre e soprattutto di inizio anno, le principali Borse europee e nordamericane hanno fatto segnare una leggera inversione di tendenza nelle ultime due settimane. Wall Street in particolare, dove l’alta volatilità sembra essersi arenata.

L’indice Nikkei in due mesi ha già incamerato un abbondante -15%

Recuperi certo ma non sufficienti tuttavia per poter parlare di fase rialzista o di qualsivoglia inversione di tendenza, anche perché febbraio ha pur sempre fatto segnare numeri complessivi deprimenti. Più probabilmente, rispetto agli scossoni di gennaio ed inizio febbraio, con violenti picchi al ribasso, i mercati azionari sembrano tendere ad un leggero riequilibrio. Prendiamo Milano con l’Ftse Mib: da inizio anno la percentuale di perdita è nell’ordine del 17% circa.

Allo stato attuale l’indice balla su quota 17.700 punti ma solo nel mese di Aprile aveva toccato i 24.000. Numeri secchi, che possono offrire pienamente la dimensione di come gli ultimi 8 mesi siano stati a dir poco burrascosi. Fronte statunitense, il Dow Jones vive tradizionalmente una forbice di volatilità decisamente inferiore rispetto alle piazze europee ed asiatiche. Anche in questo caso il fenomeno delle ‘montagne russe’ ha fatto saltare schemi e dinamiche stagionali. Niente rally di Natale e men che mai quello di inizio anno.

Milano con l’Ftse Mib: da inizio anno la percentuale di perdita è nell’ordine del 17% circa

Eppure, fatte le debite proporzioni, nei primi due mesi del 2016 si registra un passivo di circa il 5%. Attualmente l’indice danza sui 16.500 punti. Non se la passa meglio il Nasdaq: in sessanta giorni si registra un passivo di circa l’8%.

Tokio, in misura più acuta rispetto alle altre piazze, ha risentito in questi mesi delle turbolenze sui mercati asiatici e cinesi in particolari, senza contare il persistente problema dell’apprezzamento dello Yen. Nell’anno nuovo la borsa nipponica registra numeri da brividi, il Nikkei in due mesi ha già incamerato un abbondante -15%.

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