Il Censis ha presentato un rapporto del cyberbullismo, in cui emerge che il 52% dei presidi delle scuole ha affrontato episodi di bullismo digitale, il 10% di sexting e il 3% di adescamento online. Secondo il 77% dei presidi la scuola è il luogo privilegiato dove si verificano episodi di bullismo. Quasi tutte le scuole italiane sono dotate di Wi-Fi ed il 91% degli adolescenti tra i 14 ed i 18 anni è iscritto a social network.

Il 77% dei presidi ritiene che il cyberbullismo sia un vero e proprio reato, e nel 51% dei casi sono stati costretti a ricorrere alle forze dell’ordine. Il rapporto del Censis con la collaborazione della Polizia Postale e delle Comunicazioni è stato presentato per fare luce su un fenomeno ancora poco conosciuto e forse sottovalutato.

Il personale scolastico e le forze dell’ordine stanno infatti avviando un progetto di sensibilizzazione del problema, dal momento che secondo il Censis i genitori non sono ancora riusciti a percepire la pericolosità del cyberbullismo. Per l’81% dei presidi infatti i genitori tendono a minimizzare il problema del cyberbullismo, ritenendolo solo uno scherzo tra adolescenti.

Il cyberbullismo è più pericoloso del bullismo tradizione, proprio perché si sviluppa su circuiti lontani dal controllo dei genitori, che minimizzano oppure non conoscono proprio il problema. Il 93% dei presidi ritiene che il comportamento dei genitori influenza notevolmente l’atteggiamento dei cyberbulli.