Si chiama Mustafa al-Aziz al-Shamiri, ha 37 anni e da 13 è rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Guantanamo. La sua unica colpa? Avere lo stesso identico nome di uno stretto collaboratore di Bin Laden. Per questo tragico scambio di persone l’uomo ha vissuto per 13 anni dietro le sbarre, dove però non si è arreso e ha continuato a combattere e a professare la sua innocenza.

L’uomo, nativo dello Yemen, in realtà era un semplice miliziano senza alcun ruolo di comando, e non uno dei pezzi grossi di Al Qaeda. Anche le autorità statunitensi hanno ammesso che c’è stato questo clamoroso errore, ed una giuria verrà chiamata a decidere sulla sua liberazione, cosa praticamente sicura una volta accertato lo scambio di identità.

Mustafa al-Aziz al-Shamiri nei suoi anni passati in carcere ha studiato inglese e ha seguito corsi di arte e di cucina. Ha dichiarato che, una volta fuori, non intende ritornare nello Yemen ma vuole abitare in qualsiasi paese sia disposto a dargli accoglienza.

Di errori della giustizia purtroppo ne è piena la storia, anche di casi noti. Come quello di Enzo Tortora per esempio, accusato ingiustamente di essere un associato della camorra. Oppure per uscire fuori dai confini nazionali quello di Rubin “Hurricane” Carter, pugile accusato ingiustamente di triplice omicidio e scarcerato solo dopo diversi anni.