Alzheimer

AlzheimerL’Alzheimer è una patologia neurodegenerativa rispetto a cui al momento non esiste una cura in gardo di farla regredire. Tuttavia sul fronte edlla ricerca sono in arrivo significative novità.

Stando a quanto emerge da uno studio condotto dal  dottor Brough e la collega Catherine Lawrence, dell’Università del Manchester, un farmaco anti-infiammatorio sarebbe in grado di ripristinare la memoria nei pazienti colpiti da questa patologia.

I risultati della ricerca

I ricercatori hanno effettuato una sperimentazione sui topi a cui hanno somministrato per un mese un antidolorifico appartenente alla famigia dei farmaci non steroidei. Nello specifico l’acido mefenamico, già utilizzato per il trattamento del dolore cronico. Il farmaco agisce su una proteina in grado di produrre danni nelle cellule cerebrali. Nei 10 topi geneticamente modificati a cui è stato somministrato il farmaco per un  mese, mentre all’altro gruppo è stato dato un placebo, la memoria è tornata come prima dell’Alzheimer, si è quindi assistito a un pieno recupero delle funzioni cognitive.

Tuttavia bisognerà attendere la sperimentazione sull’uomo per valutare se il farmaco possa avere gli stessi effetti. La ricerca è stata pubblicata su Nature Comunications.

L’Alzheimer nel mondo

Stando alle ultime stime, la demenza di Alzheimer oggi colpisce circa il 5% delle persone con più di 60 anni e in Italia si stimano circa 500mila ammalati.

Cos’è l’Alzheimer

Questa patologia neurodegenerativa è stata descritta per la prima volta nel 1906, dallo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer. Tale patologia determina il progressivo danneggiamento dell’ippocampo, un’area del cervello associata all’apprendimento. La perdita di memoria rappresenta il primo campanelo d’allarme relativo al morbo.

Alzherimer: cause

La malattia determina un progressivo accumulo di placche amiloidi nel cervello. Ancora non è chiara la causa prima di questa degenerazione. Inoltre si riscontra anche una carenza di sostanze chimiche, come l’acetilcolina, che lavorano come neurotrasmettitori, che svolgono un ruolo importante nella comunicazione tra le cellule nervose.

Alzheimer: sintomi

Pur risultando differenti da paziente a paziente, un tratto comune è rappresentato dalla perdita di memoria. Ovvero si inizia coll’avere difficoltà a ricordare eventi recenti. Questi episodi di dimenticanza col passare del tempo diventano sempre più frequenti. Altri sintomi riguardano la difficoltà di esecuzione delle attività quotidiane e disturbi del linguaggio. Al disturbo di memoria talvolta può associarsi anche disorientamento spaziale, temporale e topografico, nonché alterazioni della personalità.