La Franciacorta è un territorio molto ampio della provincia di Brescia conosciuto in tutta Italia per la produzione di vino. La tradizione enologica da queste parti è molto sentita, e non solo perché nel 1995 è stato ufficialmente riconosciuto il metodo di produzione Franciacorta, che ha portato ad accantonare l’espressione “vino spumante”. Nello stesso anno, per altro, il Franciacorta ha ottenuto la Docg, la denominazione di origine controllata e garantita: è stato il primo vino del nostro Paese a essere realizzato solo attraverso la tecnica della rifermentazione in bottiglia. La denominazione Franciacorta che si legge oggi sulle etichette, quindi, è un marchio di qualità, e al tempo stesso un importante riconoscimento di affidabilità: un solo termine che segnala al tempo stesso un vino, un metodo di produzione e un territorio, un po’ come accade in Francia per lo Champagne.

In effetti, in tutto il continente europeo, oltre a Franciacorta e Champagne ci sono solo altre otto denominazioni che possono vantare questo tipo di privilegio, e solo un’altra si basa sulla rifermentazione in bottiglia. Questo è uno dei fattori che aiutano a capire come mai le cantine storiche con il trascorrere degli anni si sono trasformate in importanti punti di riferimento per tutti gli appassionati del settore, vere e proprie cattedrali in cui la religione è la tecnologia enologica. Sia chiaro, però: in Franciacorta non c’è solo il Franciacorta nelle sue diverse tipologie – dal Riserva al Rosé, passando per il Satén, senza dimenticare il millesimato e il non millesimato -, ma ci sono anche i vini fermi come il Sebino Igt e il Curtefranca Doc bianco e rosso.

Il Consorzio Franciacorta è nato il 5 marzo del 1990, e oggi sono circa 2.800 gli ettari vitati Franciacorta Docg: di questi, la parte del leone spetta allo Chardonnay, con una copertura dell’82%, seguito dal pinot nero, che raggiunge il 14%, e dal pinot bianco, fermo al 4%. C’è da aggiungere, poi, i 350 ettari vitati del Curtefranca Doc, per un totale di 3.150 ettari vitati con un vino a denominazione. I più importanti Paesi in cui si esporta non sono in Europa: al primo posto c’è il Giappone, mentre sul secondo gradino del podio si trovano gli Stati Uniti, che precedono la Germania.

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