Medicina

MedicinaSu internet molti utenti cercano informazioni riguardo alla salute, in particolare per quanto riguarda determinate patologie. Grazie alle numerose app sulla salute che possono essere facilmente scaricate sul nostro smartphone sempre più utenti al posto di rivolgersi al proprio medico curante preferiscono leggere i sintomi del disturbo da cui ritengono essere affetti su internet e su questa base formulano un’auto-diagnosi che ha un notevole margine di errore.

In questo senso è nata una vera e propria patologia, la cybercondria, ovvero la versione online dell’ipercondria, che consiste nel credere di essere malati di una malattia mortale quando in realtà il più delle volte si tratta solo di una malattia immaginaria.

Tuttavia stando a uno studio pubblicato su Jama Journal le informazioni che si ricavano online non possono ovviamente competere con una diagnosi effettuata da un medico vero e proprio.

I ricercatori hanno preso in esame 23 applicazioni, 45 i casi trattati, 234 i medici coinvolti. Ebbene i medici reclutati provenivano dall’Harvard Medical School, dal Brigham & Women’s Hospital di Boston e Human Diagnosis Project di Washington. Oltre a pediatri e medici di base erano inclusi anche tirocinanti e borsisti.

Dal confronto è risultato che i medici hanno fatto la diagnosi giusta nel 72% delle volte, mentre le app solo nel 32%. Nel caso di malattie più rare la diagnosi dei medici risultava corretta nel 76% dei casi a fronte del 28% di quelle fatte dalle app.

Insomma quando si ha realmente un problema di salute su internet possono reperirsi delle informazioni di base che certo non possono sostituire la visita da parte del medico curante, il solo che può indirizzare verso una corretta diagnosi.