Alzheimer

AlzheimerNuove prospettive di ricerca si aprono per quanto riguarda la cura dell’Alzheimer. Un team di ricercatori, guidato dalla spagnola Magdalena Sastre, ha scoperto come prevenire questa grave malattia neurodegenerativa iniettando un virus nei topi che consente di modificare un gene presente nel cervello.

La ricerca è stata condotta dall’Imperial College di Londra e pubblicata sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences.

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I RISULTATI DELLO STUDIO

Dallo studio è emerso che questo gene, chiamato PGC1-alfa, si è rivelato in grado di impedire la formazione della proteina amiloide-beta natriuretico in cellule in laboratorio. Tale proteina è il componente principale delle placche amiloidi, il cui accumulo nel cervello è all’origine di questa malattia neurodegenerativa. Tale scoperta potrebbe consentire quindi di intervenire quando l’Alzheimer è al suo stadio iniziale.

Il virus con questo gene è stato iniettato nei topi in due aree del cervello dove si potrebbe sviluppare il morbo di Alzheimer, l’ippocampo (che controlla la memoria a breve termine) e la corteccia (che controlla la memoria a lungo termine). Ebbene quattro mesi dopo è risultato che i topi trattati col gene presentavano pochissime di queste formazioni rispetto al gruppo dei topi che invece non avevano ricevuto questo trattamento.

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Tuttavia la coordinatrice dello studio, Magdalena Sastre invita alla cautela: “Sebbene i risultati della sperimentazione siano molto preliminari, ci indicano che la terapia genica potrebbe avere un’applicazione nei pazienti”. Ed ancora: “Ci sono ancora molti ostacoli da superare, e al momento l’unico modo per somministrare la terapia è tramite un’iniezione diretta al cervello. In ogni caso si tratta di un’importante prova di principio, che dimostra come questo approccio meriti ulteriori approfondimenti”.

Cos’è l’Alzheimer

Questa patologia neurodegenerativa è stata descritta per la prima volta nel 1906, dallo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer. Tale malattia comporta il progressivo danneggiamento dell’ippocampo, un’area del cervello associata all’apprendimento. La perdita di memoria rappresenta il primo sintomo relativo al morbo.

Alzherimer: cause

La malattia determina un progressivo accumulo di placche amiloidi nel cervello. Ancora non è chiara la causa prima di questa degenerazione. Inoltre si riscontra anche una carenza di sostanze chimiche, come l’acetilcolina, che lavorano come neurotrasmettitori, che svolgono un ruolo importante nella comunicazione tra le cellule nervose.

Alzheimer: sintomi

Pur risultando differenti da paziente a paziente le caratteristiche cliniche di questa malatia, un tratto comune è rappresentato dalla perdita di memoria. Ovvero si inizia coll’avere difficoltà a ricordare eventi recenti. Questi episodi di dimenticanza col passare del tempo divengono sempre più frequenti. Altri sintomi che possono associarsi riguardano la difficoltà di esecuzione delle attività quotidiane e disturbi del linguaggio. Al disturbo di memoria talvolta può associarsi anche disorientamento spaziale, temporale e topografico, nonché alterazioni della personalità.

Alzheimer: cura

Attualmente purtroppo non esiste una cura per questa malattia. I trattamenti oggi disponibili riescono a contenerne i sintomi. Si utilizzano farmaci che contrastano l’acetilcolinesterasi, un enzima che distrugge l’acetilcolina, ovvero il neurotrasmettitore che deficita nei pazienti malati di Alzheimer. Nuove prospettive di ricerca riguardano lo sviluppo di un vaccino per contrastare la formazione di b-amiloide, le placche che intossicano il cervello.