Dieta mediterranea

Dieta mediterraneaStando a uno studio condotto dai ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma, coordinato dalla professoressa Stefania Boccia dell’Istituto di Sanità Pubblica della Cattolica assieme alla dottoressa Gabriella Cadoni dell’Area Testa Collo del Policlinico A. Gemelli, la dieta mediterranea tra i tanti benefici per la nostra salute avrebbe anche quello di ridurre il rischio di sviluppare un tumore alla testa e al collo.

In particolare è emerso che coloro che seguivano la dieta mediterranea presentavano un rischio di questi tumori del 50% minore rispetto agli individui che non erano soliti seguire questo stile alimentare.

Lo studio

I ricercatori hano preso in esame le abitudini alimentari di 500 pazienti colpiti da tumore alla testa e del collo e di 433 pazienti affetti dalle medisime abitudini alimentari. I ricercatori hanno utilizzato un indice che va da 0 a 12 punti. Hanno quindi assegnato un punteggio di 0, 1 o 2 sulla base delle porzioni assunte giornalmente o settimanalmente di frutta, verdura, legumi, pesce, carne e alcolici.

Tenendo conto di questo sistema di valutazione il punteggio più elevato si ottiene consumando quotidianamente più di 2 porzioni (>300 grammi) di frutta e oltre 2-3 porzioni (>250 grammi) di verdura; assumendo più di 2 porzioni (>140 grammi) di legumi e oltre 2-3 porzioni (>250 grammi) di pesce a settimana, mangiando una sola porzione (<80 grammi) di carne e bevendo tra i 12 e i 24 grammi di alcol al giorno.

Leggi anche: cancro al seno, dieta mediterranea riduce rischio recidive

Così ha spiegato la dottoressa Boccia: “Dal nostro studio emerge che seguire la tradizionale dieta mediterranea riduce il rischio di tumori della testa e del collo  Nello specifico, chi vantava un punteggio superiore a 6 aveva un rischio ridotto del 50% rispetto a chi aveva un punteggio minore di 4. È stato, inoltre, osservato che un’alta aderenza alla dieta mediterranea è stata riscontrata solo nel 10% delle persone senza patologie tumorali. La sfida più importante è quindi motivare i cittadini ad alimentarsi in modo corretto”.